Il campionissimo serbo, che ha messo la sua firma anche in Coppa Davis con la sua Serbia, spiazza tutti con una decisione sorprendente
Sta riscrivendo il libro dei record e, di conseguenza, anche la stessa storia del tennis. Novak Djokovic ha appena trionfato a New York incamerando il 24esimo Major della sua carriera, ritoccando il suo precedente primato (23) e raggiungendo Margaret Court nella classifica all-time dei tennisti e tenniste col maggior numero di tornei dello Slam messi in bacheca. Più che di storia, a questo punto è giusto parlare di leggenda.
Eppure, nonostante una carriera costellata di successi e di record continuamente battuti, negli ultimi tempi il campione di Belgrado è apparso un po’ nervoso sul rettangolo di gioco. Sono diventate celebri le occhiatacce con Goran Ivanisevic, suo attuale coach, e quelle storiche con Marián Vajda, suo allenatore dal 2006 al 2013 e dal 2018 al 2022, quando il rapporto si concluse definitivamente. Era l’epoca dell’impossibilità del coaching dagli spalti, con le diversità di vedute sulla strategia da usare in partita che dovevano per forza risolversi a bocce ferme. Dopo il match.
Ora che è consentito, entro certi limiti, interloquire col proprio staff, sono venute in superficie alcune divergenze. Chissà se proprio queste sono alla base della sorprendente decisione di Djokovic.
Djokovic, arriva la decisione che non ti aspetti
Nonostante, soprattutto dopo Wimbledon, si fossero fatte insistenti le voci sun possibile divorzio dal campione croato di Wimbledon nel 2001, Nole ha spiazzato tutti con una decisione che riguarda due persone del su staff. Non famose come Ivanisevic, ma non meno importanti. Si tratta di Eduardo Artaldi e della sua partner Elena Cappellaro, rispettivamente uno dei suoi manager e persona che coordinava diversi aspetti del suo entourage. I due, che collaboravano con Djokovic da oltre 10 anni, lasceranno con effetto praticamente immediato, come svelato da Tennis World Italia.
Squadra che vince, dunque, si cambia. Una regola al contrario che però, nel caso del 24 volte campione Slam, pare aver funzionato anche in passato. Non sono infatti stati pochi, nel corso della sua longeva ed iper vincente carriera, i cambi nella line-up. Dal citato Marián Vajda ad Andre Agassi passando per Boris Becker, in tanti si sono succeduti nello staff del campionissimo.
Il quale, forse, ha proprio il merito di aver preso il meglio da ciascuno di loro nella costruzione di una personalità tra le più vincenti e solide nella storia dello sport. Non sarà certo l’addio ad Artaldi e Cappellaro, con tutto il rispetto per questi due grandi professionisti, a determinare il declino di un fuoriclasse infinito.